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La vite: impianti e raccolta

La Tenuta Colle del Giglio dispone di circa 82 ettari di terreni, parte boschivi e parte di vigneti di diverse tipologie e impiantati in periodi successivi.
Una buona parte di essi sono presenti nella Tenuta da decenni come, ad esempio, il vitigno Montepulciano, il Cabernet Sauvignon, lo Chardonnay ed il Sauvignon Blanc, vitigni che, a partire dal 2002, sono stati reimpiantati con una più moderna concezione, quella ad alta fittezza di ceppi per ettaro, per produrre meno e meglio.
Inoltre sono presenti altre tipologie di vitigni internazionali come il Syrah, il Cabernet Franc ed il Merlot.
La produzione, grazie a severe potature e diradamenti, si attesta intorno ai trentacinque quintali di uva per ettaro, un quantitativo tre-quattro volte inferiore alla media regionale.

Il diradamento avviene al momento dell’invaiatura, cioè nel momento in cui l’uva cambia colore; questo permette di anticipare la maturazione e di concentrare le sostanze dell’uva in un numero ristretto di grappoli, con il risultato, ovvio, di aumentare la qualità del frutto.
La vendemmia è attentamente programmata grazie a numerosi rilevamenti per riuscire a cogliere nel momento giusto il grappolo perfetto.
La raccolta avviene in cassette e rigorosamente a mano in periodi che si aggirano intorno alla seconda e terza decade di agosto per i vini bianchi, come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, mentre per i vini rossi il periodo di raccolta va dalla prima decade di ottobre, per le varietà precoci come il Merlot ed il Syrah, all’ultima decade di ottobre, per le varietà più tardive, come il vitigno Montepulciano ed il Cabernet Sauvignon.
Una volta raccolti, questi grappoli vengono ulteriormente selezionati prima di giungere al processo di vinificazione.



In cantina: la lavorazione e l’affinamento

Ugualmente accorta è la lavorazione delle uve in cantina che, come detto in precedenza, al loro arrivo e prima del processo di vinificazione, vengono puntualmente selezionate. Anche l’affinamento del vino è particolarmente curato, si utilizzano solo barriques nuove ed i lunghissimi soggiorni del vino a contatto delle proprie fecce ne permettono l’estrazione di aromi che regalano carattere al vino stesso; l’ulteriore affinamento dei vini in bottiglia si effettua in azienda in locali climatizzati e soltanto quando si ritiene che il vino abbia raggiunto la perfetta maturità, viene messo in commercio.
Diverso è il processo di vinificazione dei vini bianchi da quello dei vini rossi. Descriviamo,brevemente, le principali fasi di entrambi i processi produttivi.

Processo produttivo per la vinificazione dei vini bianchi

Come accade per le uve rosse, anche le uve bianche vengono attentamente selezionate prima di essere introdotte in cantina ed essere così vinificate.
L’uva, preventivamente raffreddata, viene avviata direttamente alla pressa ed è proprio la pressatura la prima fase del processo di vinificazione ed è qui che si provvede alla separazione della frazione liquida dalle parti solide. Del mosto fiore ottenuto ne viene utilizzato una percentuale che si aggira intorno al 30% , quantità che viene introdotta in serbatoi di acciaio inox e avviata alle fasi di lavorazioni successive.

Dopo la decantazione naturale, si arriva alla fase di fermentazione alcolica, condotta ad una temperatura controllata inferiore ai 20°C, più precisamente la temperatura è di 16/18°C; a questo punto, per la tipologia Chardonnay, la fermentazione prosegue in barriques, mentre per la tipologia Sauvignon, la fermentazione continua in serbatoi di acciaio inox.
A fermentazione ultimata, il prodotto viene mantenuto a contatto con le proprie fecce per un periodo che varia in funzione delle caratteristiche dello stesso ed è più o meno lungo a seconda delle necessità di trasmissione dei costituenti dei componenti le cellule lisate dei microrganismi in esse stesse contenute.
L’ultima fase è quella dell’affinamento del vino che, come già accennato, per alcune tipologie comincia in barriques e per altre in serbatoi di acciaio inox, infine, per tutte, termina con quello in bottiglia. Il periodo di affinamento varia da 6mesi per il Sauvignon a un anno per lo Chardonnay.

Processo produttivo per la vinificazione dei vini rossi

La fase che segue il trasporto in cantina delle uve è quella della diraspatura; in tale fase si provvede alla separazione dei raspi dagli acini ed alla leggera schiacciatura degli acini stessi.
Il prodotto così ottenuto viene avviato al fermentino con l’ausilio di una pompa; a questo punto entriamo nella fasi, rispettivamente, di fermentazione e macerazione.
Il mosto subisce la fermentazione alcolica e, attraverso il processo di macerazione delle bucce, la frazione liquida si arricchisce delle sostanze in esse contenute; durante la fermentazione vengono eseguiti i rimontaggi e le follature per favorire la dissoluzione delle sostanze contenute nelle bucce. La frequenza di tali operazioni varia in funzione delle caratteristiche delle uve e dei risultati che si intendono raggiungere. La macerazione viene effettuata a temperature di 24-26°C e dura dai 40 ai 50 giorni.
Terminata la fermentazione ed il periodo di macerazione desiderato si procede all’operazione di svinatura per separare la frazione liquida dalle parti solide. Una volta separate le vinacce dalla parte liquida, queste vengono avviate alla fase di torchiatura , mentre ,a seguito delle operazioni di svinatura,- il vino che si presenta torbido viene stoccato per uno-due giorni in contenitori di acciaio inox permettendo la separazione delle fecce grossolane.
Dopo tale periodo si passa alla fase di imbottamento: qui il vino con le proprie fecce fini viene imbottato in barriques da 225 litri e da 160 litri dove sosterà per periodi che vanno dai 12 ai 18 mesi a seconda della tipologia di vino. Le fecce che si formano sul fondo delle barriques vengono mosse settimanalmente, viene eseguita cioè la tecnica del batonnage.
La temperatura della cantina viene mantenuta costante intorno ai 20° C al fine di facilitare la fermentazione malolattica.
Infine, oltre al già citato invecchiamento in barriques, il vino viene ulteriormente affinato in bottiglia per un periodo di 12 mesi. Solo dopo tale periodo il vino è pronto per essere consumato.



Il batonnage

La Tenuta Colle del Giglio, ad alcuni dei suoi prodotti, in cantina applica la tecnica del “batonnage”.
Di origine francese, essa consiste nel rimescolamento del vino all’interno delle botti piccole (barrique) con un agitatore (in francese=baton) che muove le fecce fini, ovvero i sedimenti di fermentazione, depositate sul fondo per farle salire in superficie e rimetterle in sospensione. Il “batonnage” viene effettuato per qualche minuto alla settimana, per ciascuna barrique, per un periodo minimo di sei mesi, con un bastone di acciaio alla cui estremità sono attaccate delle catene, imprimendo un movimento rotatorio in varie direzioni in modo da raggiungere tutti i punti della barrique.
L’applicazione di tale tecnica ha numerosi effetti positivi sulla qualità del vino in quanto oltre a donare ad esso una maggiore struttura, ne aumenta l’eleganza, la complessità del profumo e sapore del vino. Inoltre i vini soggetti al “batonnage” tendono ad essere più delicati e quindi meno astringenti, con tannini meno aggressivi aumentandone contemporaneamente la morbidezza e l’avvolgenza. Infine essa oltre ad aggiungere corpo al vino, lo stabilizza migliorandone la longevità.



Il packaging

Come nella ricerca della qualità, come nella cura della coltivazione e nella professionalità della produzione, così anche nel packaging la Tenuta Colle del Giglio cerca di fare il meglio possibile!!
Proprio per seguire questa linea di pensiero, sono state scelte delle eleganti cassette in legno per confezionare le altrettanto eleganti bottiglie della Tenuta. La ricerca della qualità, è, per la Tenuta Colle del Giglio, una ricerca a 360° ; nulla è lasciato al caso, packaging compreso!