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Colle del Giglio. Perché il giglio? Perché durante i lavori di scasso per l’impianto di nuovi vigneti in azienda è emerso un fregio di terracotta che riproduce un giglio.
Secondo esperti archeologici potrebbe trattarsi di un decoro di epoca romana; non si sa perché si trovasse qui, probabilmente è caduto durante un trasporto,anche se una leggenda popolare vuole che su questi poggi un tempo vi sia stata una magnifica villa di era imperiale�E siccome è bello credere alle leggende, Benito Amabili ha deciso di adottare il nome di Tenuta Colle del Giglio. Non a caso il giglio,da sempre, è il più nobile dei fiori e simbolo di bellezza e fertilità!

Ma il legame di Amabili con la terra è ben più remoto perché risale alla sua infanzia ove il bisnonno, un tempo proprietario terriero, gli ha trasmesso l’amore e la passione per la terra e per il vino. È nel 1970 che questa passione si concretizza con l’acquisto di una piccola proprietà vitivinicola battezzata con il nome di Villa Ragnola, nome del ruscello che tuttora le fa da confine.
Ma è nel corso degli anni che il sogno di una vita, quello che prima veniva quasi considerato un hobby, diviene qualcosa di molto più importante, cambia, matura, richiede passione e sempre più impegno, e cresce fino a divenire nel 2002 realtà la Tenuta Colle del Giglio.

L’azienda, situata sulle colline alle spalle di San Benedetto del Tronto, si compone di 82 ettari di terreni, parte vitati e parte boschivi. Ogni singolo vigneto è stato studiato profondamente dal punto di vista geologico,podologico,climatico e vitivinicolo.
Molte le varietà di vitigni presenti in azienda dal Montepulciano al Cabernet Sauvignon, dal Merlot al Syrah, dal Cabernet Franc al Sangiovese, dallo Chardonnay al Sauvignon Blanc.

La convivenza di tante tipologie è permessa da un microclima, a detta degli esperti, particolarmente ottimale caratteristico proprio di questa zona; difatti ne da testimonianza la splendida macchia mediterranea spontanea che fa da contorno a tutta la tenuta!
Il motto di questa azienda è “l’innovazione nella tradizione”, si cerca difatti di assecondare il più possibile la natura come vuole la tradizione, e di agire solo con interventi mirati e tempestivi come solo una viticoltura moderna rispettosa dei sacri principi dell’ecologia sa fare!